SILVIA DALLA BENETTA
è affermata Soprano Lirico riconosciuta a livello internazionale,
la sua carriera artistica è di grande pregio.
Ha calcato i palcoscenici più importanti e ottenuto molti riconoscimenti dalla critica e lodata dal pubblico. La sua carriera artistica ha inizio nel 2004 a seguito della vincita del Concorso Lirico di Sanremo, aprendosi così ad una carriera internazionale.
Silvia Dalla Benetta è considerata un artista di riferimento della grande tradizione italiana per il repertorio drammatico di agilità. La sua particolarissima vocalità e tecnica agguerrita nel canto d’agilità e nello smorzare i suoni a fior di labbro con una capacità di legare fuori dal comune le hanno garantito grandissimi successi nei ruoli più marcatamente belcantistici quali: Norma
Non sono mancati i ruoli più schiettamente lirici del grande repertorio operistico, cantati sempre ai livelli più alti e nei teatri più prestigiosi: si sono avvicendate Mimì ne La Bohème.
Esprime grande carisma in palcoscenico tanto da essere una delle artiste più apprezzate da registi quali Henning Brockhaus, Hugo De Ana, Laurent Pelly, Daniele Abbado, Franco Zeffirelli, Jonathan Miller e il compianto Lamberto Puggelli.
Unisce al repertorio operistico una grande attività concertistica ed è diretta da alcune delle più prestigiose bacchette internazionali quali Andrea Battistoni, Giampaolo Bisanti, Daniele Callegari, Antonino Fogliani, Gianluigi Gelmetti, Nicola Luisotti, Carlo Montanaro, Piergiorgio Morandi, Daniel Oren, Renato Palumbo, Donato Renzetti, José Miguel Perez-Sierra, Jonatan Webb.
Vorrei iniziare l’intervista partendo dal suo calendario fittissimo di impegni in Italia e all’estero, ad esempio a breve lei andrà in Germania e poi tornerà in Italia per interpretare Lady Macbeth, dell’opera Macbeth di G. Verdi. Cosa vuol dire esibirsi così spesso in contesti diversi?
Vuol dire soprattutto grande tenuta fisica. Oggi la vita del cantante rispetto a un tempo è molto più faticosa.
Con i mezzi di trasporto possiamo in un giorno essere in Svizzera a cantare Norma, giusto per farle un esempio che mi riguarda, e il giorno dopo essere in Belgio a Liegi e cantare nella Manon di Auber.
Ruoli e vocalità completamente differenti con naturalmente poche ore di riposo per gli spostamenti. Per cantare ci vuole soprattutto una tecnica solida, un fisico forte e sano, lo dico spesso ai miei allievi che il canto è un mix di molte componenti.
Bianca e Fernando è un’opera in due atti di Vincenzo Bellini su libretto di Domenico Gilardoni.
Durante la sua carriera artistica c’è stata un’interpretazione che l’ha cambiata o in qualche modo ha influito nella sua vita privata?
Diciamo che il ruolo che ha cambiato il mio percorso canoro passando da soprano di coloratura , belcantista fino al drammatico di agilità è stato quello della Regina Semiramide nel 2005 al teatro di Pisa e circuito toscano.
Da lì è iniziato il mio percorso colbran nei ruoli Rossiniani seri, ad oggi conto circa una quindicina di ruoli rossiniani e altrettanti verdiani.
E’ stato un percorso fatto con l’aiuto di grandi maestri fino all’apice della mia soddisfazione personale nel ritornare quest’anno a Bilbao , un teatro che amo molto (ricordo il bellisimo Corsaro di Verdi nel ruolo di Gulnara con il grande M° Puggelli) con Semiramide, ma dopo anni di maturazione e ricerche sul fraseggio, i colori e l’espressività della parola ho ritrovato in me una Regina completamente rinnovata dal percorso fatto in questi anni.
Lei mi chiede come ha influito questo ruolo nella mia vita privata – le rispondo in tono scherzoso che purtroppo il Re non è mai arrivato nella mia vita – ma considerando la fine di Semiramide forse è meglio così.
Dalla sua biografia ho letto che lei si è esibita nei più grandi ruoli dell’opera lirica, come costruisce e personalizza i personaggi che di volta in volta deve interpretare?
Ogni mio personaggio che prende vita viene sviscerato fino in fondo e psicologicamente. Mi documento molto per cercare di cogliere ogni sfaccettatura intima, provando sonorità e colori diversi in base alla frase, alla parola.
Amo sperimentare quindi registro continuamente le prove per cercare l’effetto più efficace che poi è sempre quello che più si lega al mio intimo.
Quando la mia vita si mescola in un certo qual modo a quella del personaggio e porto dentro di lui una parte del mio vissuto allora ho raggiunto il mio scopo e la mia gratificazione.
Eduardo e Cristina è un’opera di Gioachino Rossini Il libretto, scritto da Andrea Leone Tottola
Tra i vari registi con cui ha lavorato spicca il nome di Franco Zeffirelli, da poco scomparso, si sente di raccontare la sua esperienza artistica con uno dei più grandi registi italiani?
Dovrei scrivere un libro intero per descrivere il grandissimo Maestro Zeffirelli. Posso solo dire che è unico parlando al presente perché per me resterà immortale, ogni sua parola è un tesoro che ogni artista che l’ha conosciuto conserva nel suo scrigno.
Dai suoi social ho visto che lei è molto amata e sostenuta in tutte le novità musicali. Riesce a ritagliare un momento per incontrare i suoi sostenitori dopo gli spettacoli?
Sempre, la nostra vita è molto solitaria, quindi cerco di trovare sempre un po di tempo per interagire sia personalmente, sia attraverso i social con le persone che mi seguono – loro sono il mio pubblico, il mio sostegno, la forza e l’energia, in un certo qual modo come una grande famiglia allargata.
Pensa che il pubblico dell’opera lirica sia cambiato in questi anni, si avvicinano anche persone che non sono esperte ma comunque affascinate dal mondo operistico?
Il teatro cambia e cambia il pubblico siamo entrambi in continua evoluzione. Forse oggi grazie ai media e la grande pubblicità sui social ci sono sempre più giovani.
Grazie a Pavarotti abbiamo assistito al crossover musicale tra opera lirica e musica pop, che dal quel momento è diventato usuale tra alcuni cantanti famosi. Le piacerebbe duettare con un/una cantate di musica pop?
Certamente, sono aperta a tutte le forme di canto, non ho pregiudizi.
Un ultima domanda, quale ruolo vorrebbe interpretare in futuro?
Più ruoli, le regine, Bolena, Lucrezia, Borgia, Devereux, Maria Stuarda, per ora sono concentrata sul mio prossimo debutto in ottobre nei teatri lombardi, Lady Macbeth che sto preparando con il grande M° Gelmetti.
Sarà emozionante lavorare su un personaggio così psicologicamente sfaccettato, malvagia, quasi demoniaca, ma al tempo stesso fragile, con questa musica dal tono lugubre e inquietante. Sarà la mia prima opera “senza amore” perché il Macbeth non è un dramma sentimentale ma “piena di amore” quello che nutro per il canto.
Sito Web con calendario eventi https://www.silviadallabenetta.com