IN ARTE MINA
Una serata speciale condotta da Pino Strabioli
La più grande voce italiana. Mina ha incarnato il modello del talento e della diva. Sul palcoscenico, in televisione, nei suoi dischi. Ha fatto la storia della televisione italiana negli anni ’60 e ’70 per poi decidere di non apparirvi più. Ha interpretato le canzoni di successo che hanno accompagnato la vita quotidiana degli italiani per 40 anni. Pubblica un lavoro discografico inedito ogni anno. Non rilascia interviste, non fa concerti, non compare in pubblico. Il 25 marzo Mina compie 80 anni.

A pochi giorni dal suo importante compleanno, Rai3 dedica una serata speciale, “In arte Mina“, con la conduzione di Pino Strabioli, alla regina indiscussa della canzone italiana, in onda lunedì 23 marzo, alle 21.20.
Partendo proprio da quel giorno di fine agosto del 1978, quando Mina sceglie di eclissarsi, di non apparire più in pubblico, di sparire dalle cronache dopo aver dominato la scena e il cuore degli italiani per 20 anni. E, smaterializzandosi con un coup de théâtre, deliberato o inconsapevole, si consegna al mito. Ancora una volta scandalosa nel suo rifiuto, ancora una volta protagonista indiscussa della scena.
Sulle tracce della “voce più bella del mondo”, Pino Strabioli ripercorre i luoghi simbolo della vita e della carriera della grande artista, propone video e immagini inedite dell’ultima Mina, esplora il ricchissimo repertorio degli archivi Rai, incontra musicisti, attori, produttori discografici, personalità dello spettacolo, esperti di comunicazione, che hanno condiviso con lei, e talvolta continuano a condividere, parte del suo percorso artistico.
Tra i protagonisti della serata Fiorello, Giorgia, Giuliano Sangiorgi.
MINA l’omaggio di RaiPlay
In occasione degli ottant’anni di Mina, l’omaggio di RaiPlay a colei che è stata non solo la più straordinaria voce italiana degli ultimi sessant’anni ma anche uno dei volti storici della nostra televisione, protagonista di storici varietà quali “Studio Uno” e “Sabato sera”. L’antologia ripercorre la carriera della “tigre di Cremona” a partire dalla sua irruzione sui teleschermi alla fine degli anni ’50 fino alla sua ultima apparizione in uno show televisivo, la sigla di chiusura del programma “Mille e una luce”.
Milleluci è il varietà che vide unite alla conduzione due leggende dello spettacolo italiano: Mina e Raffaella Carrà. Il programma, di otto puntate, andò in onda dal 16 marzo all’11 maggio del 1974. La regia era firmata da Antonello Falqui, con l’importante collaborazione ideativa di Roberto Lerici.
La sigla di apertura, cantata e ballata dalla Carrà, era Din don dan. La sigla di chiusura, interpretata da una Mina in versione “femme fatale”, accompagnata dall’armonicista Toots Thielemans, era Non gioco più.
Il progetto iniziale del varietà prevedeva la co-conduzione di Mina e di Alberto Rabagliati, che morì improvvisamente per trombosi dopo la registrazione della prima puntata. Mina propose allora al regista Falqui di dare maggior spazio a Raffaella Carrà.
Per la cantante di Cremona fu anche l’ultimo spettacolo televisivo: dopo Milleluci si limitò infatti a un paio di ospitate, prima del definitivo ritiro dalle scene nel 1978. Mina fece capire che stava per finire un’epoca con il brano della sigla finale – Non gioco più, appunto -, il cui testo intendeva essere il suo messaggio d’addio ai teleschermi.
Ogni puntata celebrava un diverso genere di spettacolo, con la partecipazione di diversi ospiti.