GHEMON – in uscita l’album ”E vissero feriti e contenti” l’ho fatto per amore della musica, in cui mi sono rifugiato



GHEMON
VENERDÌ 19 MARZO ESCE IL NUOVO ALBUM
E VISSERO FERITI E CONTENTI
IN GARA AL 71° FESTIVAL DI SANREMO CON
MOMENTO PERFETTO

Esce venerdì 19 marzo “E vissero feriti e contenti”, il nuovo progetto discografico di Ghemon, disponibile su tutte le piattaforme digitali e in formato CD e LP. È già possibile il presave e il preorder di CD, LP nero e della versione LP rossa autografata. Nell’album sarà presente anche “Momento Perfetto”, brano con il quale l’artista parteciperà alla 71° edizione del Festival di Sanremo nella categoria CAMPIONI.
“‘E vissero feriti e contenti’ è un disco in cui vengono mostrate tutte le mie anime. Ho spaziato tra tanti generi diversi, cercando di costituire io l’elemento di unione. Ho potuto esprimermi non solo come cantante e autore dei testi, ma anche nella produzione e nella supervisione artistica: al mio settimo disco sono finalmente io, al completo. È musica in italiano ma che parla internazionale, una cosa in cui ho sempre creduto per poter essere unico nel nostro panorama. A neanche un anno dal mio lavoro precedente e in un momento in cui il mondo si stava fermando, ho prodotto questo disco perché sentivo l’esigenza di creare, la voglia di comunicare ma soprattutto l’ho fatto per amore della musica, in cui mi sono rifugiato e grazie alla quale ho tirato fuori tutto quello che avevo dentro”.
L’album, il secondo pubblicato da Ghemon nell’arco di 12 mesi, rappresenta una fase molto viva e creativa del percorso musicale dell’artista, il quale mette in musica e parole la sua voglia di prendere il meglio dal presente e aprirsi alla vita, in qualsiasi momento ci si trovi. Ghemon abbraccia totalmente il “nuovo” e pubblica il progetto discografico che rispecchia la sua identità musicale e personale proprio ora, nel suo “momento perfetto”.
Il titolo – “E vissero feriti e contenti” – è una fotografia, quella di chi cerca di attraversare, inteso proprio come “passare attraverso”, il proprio cammino di vita in ogni suo passo, di fare esperienza non solo degli aspetti positivi e delle vittorie ma anche di tutte le cadute e gli inciampi. Ogni frammento di questo cammino ha portato a essere ciò che si è oggi. La vita è come un gatto, che è protagonista della cover dell’album insieme a Ghemon: sa graffiare ma anche regalare momenti di dolcezza.
L’album – scritto e prodotto tra studio, registrazioni a distanza e riunioni virtuali – ha visto Ghemon impegnato in ogni aspetto, dalla composizione alla produzione, dall’arrangiamento alla scelta dei cori. Il risultato è un lavoro di gruppo, composto da un team di musicisti e produttori che lo hanno accompagnato nel processo creativo: Simone Privitera, Claudio La Rocca, Fabio Brignone e Giuseppe Seccia.
Il disco di Ghemon “Scritto nelle stelle”, pubblicato il 24 aprile 2020, ha debuttato alla #2 della classifica FIMI degli album più venduti e alla #1 di quella dei vinili. Il 6 novembre 2020 è stato estratto dall’album il singolo “Inguaribile e romantico”, rivisitato in forma di duetto insieme a Malika Ayane.
GHEMON è uno dei più talentuosi e apprezzati artisti hip hop italiani. Negli anni ha saputo rinnovare il suo personalissimo stile a metà tra il cantautorato e il rap: un caso quasi unico all’interno dello scenario in Italia. Dopo la pubblicazione dei primi tre album, inizia a definire il suo territorio musicale: rap mescolato al soul, al funk, al jazz e alla musica italiana. “ORCHIdee” (2014) segna la sua maturazione artistica. “Mezzanotte” (album del 2017) è la consacrazione di qualcosa di unico, dove le influenze black si legano alla musica italiana riuscendo anche a trovare uno spazio per la tradizione Hip Hop. Nel febbraio 2018 è ospite di Diodato sul palco del Teatro Ariston. Nel 2019 firma con Carosello e Artist First e partecipa alla 69^ edizione del Festival di Sanremo con il brano “Rose Viola” (disco d’oro), ottenendo un incredibile consenso di pubblico e critica. Il 24 aprile 2020, in pieno lockdown, esce il suo sesto disco “Scritto nelle stelle” (Carosello Records/Artist First), che esordisce al 2° posto della classifica Gfk degli album più venduti e al 1° posto della classifica dei vinili.
- Intro – Vissero Feriti e Contenti
- Piccoli Brividi
- Tanto Per Non Cambiare
- Nel Mio Elemento
- La Tigre
- Difficile
- Non Posso Salvarti
- Lucido (Interlude)
- Momento Perfetto
- Infinito
- Puoi Fidarti Di Me
- Illusione Ottica (Interlude)
- Trompe l’oeil
- Sparire
- Outro
Intro – Vissero Feriti e Contenti
(G. L. Picariello)
È un testo autografo di Ghemon che apre l’album, il riassunto di una storia alle sue battute finali, il lieto fine del racconto che è la vita stessa del cantante, narrata come una fiaba. Nonostante la confusione interiore e i cambiamenti che avvengono lungo il percorso della vita, a un certo punto si giunge a far pace con il mondo esterno e si capisce che tutte le persone che si sono amate, ma anche odiate, hanno contribuito a formare la persona per quello che è oggi.
Piccoli Brividi
(G. L. Picariello, Claudio La Rocca, Fabio Brignone, Giuseppe Seccia)
È uno dei primi brani dell’album ad essere stato scritto, è una piccola opera in cui coesistono diverse atmosfere: dopo l’incipit, si ha una svolta tipica dell’opera teatrale, un ritornello molto forte che si acquieta per un momento nella seconda strofa, per poi recuperare ritmo nella cadenza rap, seguita da un bridge quasi sognante. Diversi territori musicali si affiancano in un’unica canzone, così come sarebbero all’interno di un’opera, con capovolgimenti di fronte importanti. È uno dei pezzi che più rappresenta questo disco, perché, nonostante la melodia e le parole siano unicamente di Ghemon, è stato composto a più mani e nella canzone stessa si sente lo spirito di gruppo creatosi nel processo.
Tanto Per Non Cambiare
(G.L. Picariello, Simone Privitera, Giuseppe Seccia)
È una canzone che parla di quanto la coerenza che si cerca di avere con se stessi in fondo rischi di ancorare al posto in cui si è in quel momento, senza possibilità di evoluzione. Lo stesso cantante ha vissuto questa sensazione nella sua carriera musicale: alcuni fan vorrebbero che un artista fosse sempre uguale a sé, ma il cambiamento, in realtà, è il motore stesso della vita.
Nel Mio Elemento
(G.L. Picariello, S. Privitera)
È stato il primo brano ad essere stato scritto dopo il lockdown, è nato di getto, soprattutto per quanto riguarda la parte ritmica e musicale, che rispecchia perfettamente la nuova anima artistica di Ghemon. È una canzone innovativa, dal punto di vista testuale si commenta da sola: la cosa più importante, nella vita, è stare bene con se stessi e con la persona che si ama.
La Tigre
(G.L. Picariello, Nicolas Madonia)
Questa canzone rispecchia uno dei territori musicali che Ghemon sta esplorando, muovendosi intorno al genere soulful house, che dà un forte senso internazionale alla traccia. È un racconto di vita, con gelosie immotivate, elementi di quotidianità declinati in una maniera differente rispetto alla classica canzone nostrana. È uno dei pezzi più emblematici dell’album, un tentativo di dare a un brano italiano una ritmica e una musicalità nuove, diverse.
Difficile
(G.L. Picariello, S. Privitera, F. Brignone, G. Seccia)
Genere “parente” del soul e del rap è il reggae, uno degli stili da sempre apprezzati e ascoltati da Ghemon, che da tempo desiderava poterlo utilizzare e modellare nella propria musica, senza stereotiparlo. È un incrocio tra tutte le influenze dell’artista, un “sogno” professionale che si è realizzato.
Non Posso Salvarti
(G.L Picariello, Simone Privitera, Giuseppe Seccia)
Brano retro-soul con sfumature swing, è una delle anime espressive che più appartengono a Ghemon. Ospite d’onore è Rocco Tanica alle tastiere.
Lucido
(G.L. Picariello, G. Seccia)
È la coda del brano precedente, infatti si conclude con la ripetizione del ritornello di “Non posso salvarti”. L’artista voleva creare dei mondi in cui le scene cambiano, come nella saga “Piccoli Brividi”, con scenari inaspettati e improvvisi.
Momento Perfetto
(G.L. Picariello, S. Privitera, Daniele Raciti, G.Seccia)
È la canzone in gara al 71° Festival di Sanremo, un brano energico, carico, che mescola rap, gospel e soul. La sua creazione è stata uno sforzo di gruppo: lo stesso Ghemon ha partecipato alla produzione, le parti della chitarra sono state registrate da un ragazzo che abita a Catania, i cori sono stati cantati da tutti i partecipanti alla realizzazione del singolo, i fiati sono stati curati, arrangiati e suonati negli Stati Uniti dal trombettista, vincitore di 11 Grammy, Philip Lassiter. Ciò che viene raccontato nel testo è esattamente quello che il cantante provava in quel momento, la sua storia, comunicata con il sorriso, una protesta affrontata con positività.
Infinito
(G.L. Picariello, S. Privitera, G. Seccia)
È una canzone che rientra nella produzione dell’artista più affine alla musica house. Il testo è esplicito, un gioco di provocazioni tra l’artista e la sua amata, si discute dei gusti personali di ciascuno, non sempre condivisi dall’altro. È un pezzo dichiaratamente ironico, una fotografia delle ilari discussioni di coppia.
Puoi Fidarti Di Me
(G.L. Picariello, Luca D’Angelo, Matteo Soru)
Un’esplorazione musicale a 360 gradi. È un brano leggero, scanzonato, pur fermandosi su alcune riflessioni che tutti fanno una volta diventati adulti (“diventiamo uguali ai nostri genitori nelle cose in cui non volevamo somigliargli”). Non si può andare contro il tempo, si invecchia anagraficamente, ma l’importante è rimanere freschi, senza per forza atteggiarsi da perenni ragazzini
Illusione Ottica (Interlude)
(G. L. Picariello, S. Privitera, G.Seccia)
La curiosità di questo brano è la presenza, nello skit iniziale, di Ema Stokholma, amica di Ghemon. È un brano che gioca sui francesismi e affonda le sue radici nella parte del cantante più legata all’hip hop e r&b, nato da due accordi di chitarra che formano il ritornello. È una delle canzoni del disco a cui l’artista è maggiormente legato e che più si è divertito a scrivere.
Sparire
(G.L. Picariello, C. La Rocca, F. Brignone, Stefano De Vivo)
L’unico pezzo fortemente malinconico, “dannatamente autobiografico e reale”, in cui l’artista non ha avuto paura di inserire quello che stava pensando di se stesso, sebbene molto duro e crudo, nel momento in cui l’ha scritto. Solamente nel momento in cui si diventa adulti si riesce davvero a essere onesti con sè e davanti agli altri: in un mondo in cui l’apparenza è la cosa che conta di più, ci sono giorni in cui si vorrebbe solo essere invisibili.
Outro
(G. L. Picariello)
È giunto il momento di lasciare andare la sensazione di tristezza, le cose negative che hanno fatto parte del passato. Ora è tempo di aprirsi alla vita.
Testo canzone Trompe l’oeil
Stavo in disparte in modo che nessuno mi notasse
Ma nascondevo il savoir-faire di un gallerista d’arte
Giocavo nervosamente coi lacci delle scarpe
Prima che il mio collo si allungasse come le giraffe
Con i Blue Jeans e con la polo in avorio
Aspettando di tirare fuori un colpo da repertorio
Sei entrata nel mio territorio ed hai sfidato il mio sguardo
Con la faccia da poker di una giocatrice d’azzardo
Al primo bacio in macchina il mio petto è stato
come invaso da un vento caldo
ma in meno di in un anno
Si passa dalla gioia di un orgasmo
ai danni di un infarto al miocardio,
Che colpo per me
(Rit.)
Tu mi hai ingannato gli occhi
Come un trompe l’oeil
Non ti sei fatta scrupoli nei miei riguardi
Mi chiedo mentre fisso questi muri bianchi
Com’è che sia potuto capitarmi
Tu mi hai ingannato gli occhi
Come un trompe l’oeil
Non ti sei fatta scrupoli nei miei riguardi
Lo sai che ti direi se fossi qui davanti?
“Fanculo, adesso è tardi per scusarti”
Gli sforzi di scusare i tuoi peccati
Si sono rivelati inefficaci
E adesso ti odio
Perché lo so che l’odio è gratis
Il bene prima o poi lo paghi
E l’indifferenza è da privilegiati
Nuda davanti a me sembravi un quadro di Cézanne
La musa ispiratrice al centro di un tableau vivant
Un’Afrodite da contemplazione all’Hermitage
Finita sulle mensole nascoste di un garage
(Rit.)
Camminavo su una nuvola quando stavamo insieme
Ma dopo un volo tremendo
Adesso, qui sul cemento
C’è disegnata la mia sagoma
Nuda sembravi come un quadro di Tolouse-Lautrec
Un’opera da esporre al Louvre o nel Petit Palais
Una corsa a perdifiato tra i vicoli del Marais
In cui ti sei divertita a prenderti gioco di me