DODICIANNI
FUORI OGGI IL VIDEO DEL SINGOLO
MIO PADRE SCRIVE PER IL GIORNALE
un racconto noir catturato dall’occhio cinematografico
del regista Martin Alan Tranquillini
Mio padre scrive per il giornale
E le vorrei contare
Le sue parole a mezza bocca
Gli ultimi pezzi da aggiustare
Fuori oggi, oggi martedì 2 marzo, il video di “MIO PADRE SCRIVE PER IL GIORNALE”, il nuovo singolo di DODICIANNI distribuito da Believe Music Italia. Il video Diretto da Martin Alan Tranquillini, è un racconto noir girato tra l’architettura di design della Mirror House di Bolzano, progettata dall’allievo di Zaha Hadid, e l’atmosfera sospesa tra arte e raccoglimento di un cimitero.
Il brano, che dopo “Discoteche” è il secondo singolo che anticipa il nuovo progetto dell’artista veneto.
“Questo è un pezzo molto narrativo ma allo stesso tempo distopico, – commenta Dodicianni – volevo perciò che ad accompagnarlo non ci fosse un classico videoclip musicale, ma un racconto catturato con un occhio cinematografico, per me era importante che si percepisse il malessere e il disagio. La fortuna ha voluto che proprio in quel periodo ho conosciuto Martin e Mattia Ottaviani, che ne hanno curato rispettivamente la regia e la fotografia”.
Il regista Martin Alan Tranquillini definisce così il suo lavoro, che trova le sue radici nelle relazioni familiari complicate del film “Parasite” di Bong Joon-ho e l’oscurità del romanzo “Pastorale Americana” di Philip Roth: “Il ritratto di una famiglia persa, che non riesce più a riconciliarsi con la realtà. Il brano racconta della difficile relazione tra un padre e una figlia. Con il video ho cercato di dare spazio anche alla madre e ampliare il respiro del racconto per mostrare la sterilità delle relazioni in questa famiglia. Le “maschere” che indossano la madre e la figlia mi sono serviti per dare ai personaggi la possibilità di fuggire da quella realtà che non gli apparteneva più”.
è disponibile in streaming e digital download al link: https://backl.ink/144678241.
“Mio padre scrive per il giornale” è un brano intenso, in grado di abbracciare l’intero spettro delle emozioni umane, una serie di fotografie di una quotidianità fatta di silenzi e incomprensioni, frasi non dette e sentimenti potentissimi: racconta un amore negato e la frustrazione che si prova a non sentirsi mai abbastanza per le persone che amiamo.
La produzione, firmata dallo stesso Dodicianni, da Edoardo “Dodi” Pellizzari e Fed Nance, mantiene un approccio minimale, l’insieme è trainato da un incalzante riff di piano, sostenuto con efficacia da un preciso drumming, tra bassi che bucano lo stomaco e circolari chitarre acustiche, per un sound senza tempo. Il brano è stato registrato all’Overdrive Recording Studio di Castello Di Godego e masterizzato da Collin Jordan a Chicago e vanta la collaborazione di Theo Soyez che ha scattato la foto di copertina, di Alex Valentina per il logo e del Burro Studio che ha curato grafica e art direction.
Biografia, Andrea Cavallaro, in arte Dodicianni, è un creativo eclettico e dalle molte sfaccettature: cantautore, pianista, compositore e artista. Nato nel 1989 in Veneto, studia fin da giovane pianoforte, laureandosi al Conservatorio di Adria. Nel 2017 conclude gli studi in Storia e tutela dei beni artistici e musicali all’Ateneo di Padova, coniugando così le passioni per musica e arte. Ha all’attivo due dischi: “Canzoni al Buio”, che contiene il brano “Saint Michel“, vincitore del premio popolare della giuria “Voci per la libertà” di Amnesty International, e “Puoi tenerti le chiavi”, ultimato a Los Angeles sotto la guida di Howie Weinberg (Nirvana, Metallica, Jeff Buckley, U2). Nel corso degli anni ha collaborato con musicisti del calibro di Omar Pedrini e ha aperto live di Vinicio Capossela, Thegiornalisti, Tiromancino, Modena City Ramblers. Dopo quattro anni di inattività ha recentemente ripreso il suo percorso musicale aprendo il tour europeo di Calcutta a Londra e il live di Lucio Corsi a Riva del Garda, presentando i brani inediti del nuovo progetto.
Dodicianni è anche conosciuto nel panorama dell’arte contemporanea, per performance spesso scioccanti e provocatorie, che lo hanno portato a girare gallerie e festival italiani ed europei, come la galleria Grund di Berlino, Artefiera di Bologna e Museion di Bolzano. Tra le sue performance più note, “No Frame Portrait”, da cui è derivato l’album omonimo di piano solo, e la più recente “Il peso delle parole”, dedicata alla sensibilizzazione sul tema dell’immigrazione. Nell’autunno del 2020 esce il primo singolo del suo nuovo progetto musicale, “Discoteche”.