Italia Musica Sinfonica Opera Lirica Programmi TV Variety

La Dama di Picche – amore, ossessione, ambizione su Rai5 l’opera diretta da Matthias Hartmann

LA DAMA DI PICCHE

Regia Matthias Hartmann
Scene Volker Hintermeier
Costumi Malte Lübben
Luci Mathias Märker
Drammaturgo Michael Küster
Coreografo Paul Blackman
Maestro del Coro Alberto Malazzi

immagine da La Dama di Picche ph Brescia e Amisano Teatro alla Scala

Una nuova produzione firmata da Matthias Hartmann. La rivelazione del teatro musicale degli ultimi anni, il soprano Asmik Grigorian, come protagonista femminile.

Giocato tutto sui toni del bianco e nero in spazi astratti dominati da giganteschi lampadari, il capolavoro del teatro musicale russo, tratto da un racconto di Puškin e andato in scena per la prima volta il 19 dicembre 1890 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, è interpretato dal tenore Najmiddin Mavlyanov nella parte di Hermann, da Elena Maximova come Polina, Julia Gertseva nei panni della Contessa e da Alexey Markov e Roman Burdenko in quelli del Principe Eleckij e del Conte Tomskij, che affiancano Asmik Grigorian, Liza.

L’Orchestra e il Coro – preparato da Alberto Malazzi – sono quelli del Teatro alla Scala, mentre il Coro di Voci Bianche, istruito da Marco De Gaspari, è quello dell’Accademia dello stesso teatro. La regia TV è curata da Arnalda Canali.

immagine da La Dama di Picche Grigorian e Mavlyanov ph Brescia e Amisano Teatro alla Scala

“La dama di picche” di Pëtr Il’ič Čajkovskij, andata in scena lo scorso febbraio al Teatro alla Scala, che Rai Cultura trasmette sul suo canale Rai 5 giovedì 29 settembre alle 21.15.

La Dama di Picche, la genesi dell’opera a cura di Emilio Sala:

Nonostante la ricchezza di riferimenti – tra i quali la tradizione gotica inglese, Byron, il racconto fantastico alla hoffmann, Le rouge et le noir di Stendhal per il carattere di Julien Sorel simile a quello di hermann e per il richiamo al gioco delle carte contenuto nel titolo, La dama di picche di pusˇkin è un racconto elegantemente conciso, un capolavoro di perfezione formale e di sobrietà. Non stupisce che sia stato tradotto in francese da un maestro della concinnitas come mérimée. Ogni melodrammatizzazione di un soggetto letterario implica una certa espansione lirica, ma l’amplificazione operata nel nostro caso da Cˇajkovskij va ben oltre il potenziamento dell’elemento patetico. Fin da subito, il direttore del Teatro mariinskij di pietroburgo, Vsevoložskij, che ebbe per primo l’idea di trasformare in opera il racconto di pusˇkin, pensò a una sorta di grand opéra russo, pieno di scene a effetto e di spettacolarità. La componente fantastica si sarebbe così inserita nel fortunato filone alla Robert-le-Diable. ma se nell’opera di meyerbeer – così come nel Freischütz di Weber o nel Macbeth di Verdi – domina un “fantasticomeraviglioso” (per riprendere le note categorie di Todorov), in cui il soprannaturale si manifesta platealmente, nella Dama di picche di Cˇ ajkovskij tutto resta inquietantemente sospeso a mo’ di “fantastico-strano”:

lo spettro della Contessa è un delirio di hermann ormai in preda alla follia, oppure si tratta di una presenza soprannaturale vera e propria?

È ovvio che la musica è in grado di restituirci la psicologia di hermann in modo straordinariamente approfondito e sfaccettato. Un clima emotivamente tormentato pervade tutta l’opera e il fantastico sembra molto più legato agli abissi della psiche umana che non ai misteri dell’aldilà. Dunque, a differenza che in pusˇkin, hermann è innamorato follemente di Liza. In lui convivono disordinatamente una serie di pulsioni estremizzate e contraddittorie: l’amore, l’ossessione per il gioco, l’ambizione. Ufficialetto squattrinato e privo di nobile nascita, hermann è un personaggio escluso: passa tutte le notti a guardare i suoi colleghi giocare a carte senza potersi sedere al tavolo da gioco, talmente è povero.

immagine da La Dama di Picche ph Brescia e Amisano Teatro alla Scala

Quando confida al conte Tomskij il suo amore per una giovane sconosciuta, egli sottolinea trattarsi di una fanciulla aristocratica e dunque di una passione senza speranza. Significativo il fatto che nel libretto redatto dal fratello di Cˇ ajkovskij, modest, Liza passi da pupilla a nipote della vecchia Contessa: una giovane ereditiera promessa sposa al generoso principe Eleckij – un personaggio, quest’ultimo, che è assente nel racconto e la cui nobiltà d’animo è direttamente proporzionale all’alto lignaggio, così come il carattere tormentato di hermann sembra legato al suo status di escluso. Orbene: la trappola in cui cade l’ambizioso giocatore innamorato è forse quella di ritenere conciliabili passioni profondamente contraddittorie.

Infatti, perché non riuscire a strappare il segreto delle tre carte alla Contessa e sposarne la nipote dopo essersi enormemente arricchito al gioco?

L’esito di questa intenzione, realizzata musicalmente attraverso una fitta rete di richiami motivici, sarà la morte della vecchia e il suicidio dei due giovani amanti (anch’esso assente in pusˇkin): come dice La Rochefoucauld, si può passare dall’amore all’ambizione, ma non è possibile il cammino inverso.

Un altro aspetto fondamentale dell’opera è l’ampio ricorso a materiali musicali settecenteschi – e non solo a mo’ di scenografia sonora o di couleur locale. Sappiamo del culto di Cˇ ajkovskij per mozart, il cui nome è anche citato nella Ballata di Tomskij. “Di tanto in tanto mi pare di vivere nel XVIII secolo e che dopo mozart non ci sia stato niente”: così il compositore in un appunto del suo diario datato febbraio 1890. Certo, nell’intermezzo-divertissement del secondo Atto gli imprestiti mozartiani (tra gli altri) hanno una funzione soprattutto decorativa, volti come sono ad ambientare musicalmente una vicenda che si svolge al tempo di Caterina II (la quale entra inopinatamente in scena alla fine del quadro); ma il riferimento al Settecento è anche il segno di un disagio profondo nei confronti del presente, il vagheggiamento di un mondo irrimediabilmente perduto.

immagine da La Dama di Picche ph Brescia e Amisano Teatro alla Scala

Un punto di incontro tra l’elemento fantastico e questo ricorso a musiche del passato, che sta al centro dell’opera sia architettonicamente sia drammaturgicamente, è la scena dell’arrivo di hermann dalla vecchia (II Atto, IV Quadro). Rimasta sola, la Contessa ricorda della sua vita alla corte francese e pian piano si addormenta cantando un’aria tratta dal Richard Coeur-de-Lion di Grétry.

L’effetto di questa citazione straniante e vagamente deformata (la melodia è trasportata una quarta aumentata sotto e amputata del refrain in maggiore) ha qualcosa di sinistro, di perturbante.

È come se la vecchia cantasse a se stessa una strana ninnananna sulle soglie del sonno o della morte. Come se quella melodia apparisse da un altro mondo: davvero non si potrebbe dare un esempio più perfetto di “ritorno del superato” in musica. Le parole che letteralmente muoiono in bocca alla Contessa anticipano l’entrata di hermann e ciò che segue: “Je sens mon coeur qui bat, qui bat… Je ne sais pas pourquoi”.

La Dama di Picche il libretto:

Atto primo – Quadro primo
Nel Giardino d’estate di pietroburgo, alla fine del XVIII secolo, in primavera. Entrano alcuni ufficiali che raccontano di un loro amico, hermann, che, divorato dalla passione per le carte, passa intere notti davanti al tavolo da gioco, assistendo alle partite senza potervi prendere parte a causa della sua estrema povertà. Sopraggiunto insieme al conte Tomskij, hermann racconta del suo amore disperato per una fanciulla nobile di cui non conosce neppure il nome. Arriva anche il principe Eleckij che annuncia felice le sue prossime nozze. mentre tutti si congratulano con lui, entra in scena Liza con la vecchia zia, la Contessa: la fidanzata del principe Eleckij è la stessa fanciulla di cui è innamorato hermann. La rivelazione turba tutti i presenti. Tra la vecchia Contessa e hermann sembra scattare un profondo, reciproco disagio. Dopo l’uscita delle due donne e del principe, Tomskij racconta che l’enigmatica Contessa, soprannominata la “Dama di picche”, era stata una donna bellissima e una famosa giocatrice, nota a parigi come la Venere moscovita. Si diceva che il segreto delle tre carte per vincere al gioco le fosse stato confidato dal conte di Saint-Germain* e che uno spettro l’avesse messa in guardia: sarebbe stata uccisa da un terzo uomo deciso a estorcerle il suo segreto. Scoppia un temporale: mentre tutti corrono a ripararsi, hermann giura che strapperà Liza al principe.

immagine da La Dama di Picche Maximova ph Brescia e Amisano Teatro alla Scala

Quadro secondo
Nella sua stanza, Liza rimpiange hermann di cui ricambia l’amore, ma ormai è rassegnata a sposare il principe Eleckij. proprio hermann, a questo punto, si affaccia al balcone: Liza è spaventata ma finisce per cedere alle insistenze del giovane. Bussa però alla porta la Contessa, insospettita dagli strani rumori. hermann si nasconde sul balcone. Una volta che la Contessa è uscita dalla stanza, Liza cerca invano di congedare hermann; quest’ultimo le dichiara ancora il suo amore ed esprime contemporaneamente una sorta di ossessione per il segreto delle tre carte. Le resistenze di Liza sono vinte: ella confessa di amarlo.

Atto secondo Quadro terzo
Ballo in maschera nel palazzo di un ricco dignitario. hermann appare cupo e malinconico. Entra Liza con il principe Eleckij che, visto l’imbarazzo della fidanzata, si dichiara nobilmente pronto a rinunciare a lei pur di non ostacolare i desideri della donna che ama. hermann è più determinato che mai a carpire il segreto della Contessa e a fuggire con Liza. La festa culmina in una pastorale cui assistono tutti gli invitati. hermann si imbatte nella Contessa: entrambi sussultano guardandosi negli occhi. Liza consegna a hermann la chiave di una porta segreta che conduce alla camera da letto della zia e gli spiega come fare a raggiungere da lì la sua camera. hermann insiste per avere un appuntamento quella notte stessa. Il quadro si chiude con l’entrata della zarina Caterina II.

immagine da La Dama di Picche ph Brescia e Amisano Teatro alla Scala

Quadro quarto
Camera da letto della Contessa. hermann entra dalla porta segreta e si nasconde. Guardando il ritratto della Venere moscovita sente di essere legato a lei da uno strano destino. La vecchia signora si abbandona ai ricordi di gioventù, rimpiangendo i bei tempi di parigi. poi intona un’aria di Grétry, cantando la quale si addormenta. Appena hermann entra in scena, la Contessa si sveglia di soprassalto e, muta per il terrore, muore senza rivelargli il suo segreto. Liza accorre e resta sconvolta dalla scena e da quanto hermann le dice del segreto delle tre carte.

Atto terzoQuadro quinto
Nella propria camera, in caserma, hermann legge una lettera di Liza: ella crede alla sua innocenza e gli chiede un appuntamento sulla riva del fiume per chiarire tutta la faccenda. È notte avanzata e la luce lunare è oscurata di tanto in tanto dalle nuvole. hermann è ossessionato dal funerale della Contessa: egli è convinto che il cadavere gli abbia strizzato l’occhio dalla bara. poi il fantasma della Contessa gli appare e, spronandolo a sposare Liza, gli rivela l’agognato segreto delle carte vincenti: tre, sette, asso.

Quadro sesto
Sulla riva del fiume, Liza aspetta hermann. Allo scoccare della mezzanotte quest’ultimo arriva e si abbandona alla gioia dell’incontro. ma ben presto la smania per il gioco si impossessa di lui: deve recarsi immediatamente alla bisca per vincere con il segreto che ha appena appreso. Liza tenta invano di impedirglielo: respinta da hermann che corre via, la giovane si getta nel fiume.

Quadro settimo
Nella sala da gioco tutti cantano e bevono. Il principe Eleckij cerca consolazione nel gioco: Liza lo ha lasciato. Entra hermann pallido e turbato, chiede di prendere parte al gioco e vince due volte grazie alla conoscenza delle tre carte magiche. Alla terza puntata, hermann gioca tutto quello che ha vinto e sfida i presenti con discorsi deliranti e sconnessi. Si fa avanti il principe Eleckij, ma la fortuna tradisce hermann: invece dell’asso, egli si trova in mano soltanto la Dama di picche. Il fantasma della Contessa appare ancora una volta a hermann, che si pugnala davanti a tutti.

immagine da La Dama di Picche Gertseva ph Brescia e Amisano Teatro alla Scala

Note importanti:

Nell’allestimento di Matthias Hartmann, come nel racconto di puškin, la contessa riceve le carte vincenti dal conte di Saint-Germain. Il leggendario nobiluomo è indissolubilmente legato alle tre carte, perseguita la contessa ed è l’anfitrione della festa nel secondo Atto.

Note Biografiche: Emilio Sala (1959) è professore di Drammaturgia e Storiografia musicali presso l’Università degli Studi di milano. membro del comitato scientifico della Fondazione Rossini di pesaro e dell’editorial board delle edizioni critiche “The Works of Giuseppe Verdi” di Chicago, ha diretto l’Istituto di Studi Verdiani dal 2012 al 2015. Si occupa dei rapporti tra la musica e varie forme di spettacolo dal Seicento alla contemporaneità, con una particolare attenzione all’Ottocento romantico-popolare. È autore di numerose pubblicazioni musicologiche uscite presso editori di diversi paesi. Nel 2014 ha ricevuto il premio internazionale per la musicologia “Luigi ed Eleonora Ronga” dell’Accademia Nazionale dei Lincei.

Comunicato del 2 marzo 2022: il Sovrintendente Dominique Meyer ha scritto una lettera al Maestro Valery Gergiev comunicandogli che il Teatro alla Scala affiderà a un nuovo direttore le rappresentazioni dell’opera La dama di picche di Pëtr Il’ič Čajkovskij in programma da sabato 5 marzo. Nella mattinata del 24 febbraio, in seguito all’invasione del territorio ucraino da parte dell’esercito russo avvenuta nella notte, il Sovrintendente, d’intesa con il Sindaco e Presidente della Fondazione, aveva scritto al Maestro una lettera invitandolo a pronunciarsi in favore della risoluzione pacifica delle controversie, in linea con il dettato della nostra Costituzione. Non avendo ricevuto risposta a sei giorni di distanza, e a tre dalla prossima rappresentazione, risulta inevitabile una diversa soluzione. Le prossime recite de La dama di picche saranno dirette dal Maestro Timur Zangiev, che ha già diretto parte delle prove ottenendo un forte apprezzamento da parte dell’Orchestra. Il Teatro alla Scala ribadisce la sua vicinanza ai cittadini ucraini vittime dell’aggressione e ai tanti cittadini russi che in questi giorni hanno coraggiosamente espresso la loro condanna della guerra. Il nostro Teatro resterà sempre un luogo di confronto e di dibattito tra diverse tradizioni e culture

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: