Orchestra Sinfonica di Milano – dal 16 gennaio i concerti al Piccolo Teatro

Orchestra Sinfonica di Milano
Al Piccolo Teatro Studio Melato
dal 16 gennaio la rassegna La Sinfonica allo Studio
L’Orchestra Sinfonica di Milano, in collaborazione con il Piccolo Teatro, è protagonista di una rassegna in tre concerti, che indaga alcuni dei più significativi stili musicali degli ultimi secoli.

La Sinfonica allo Studio è una rassegna che fa parte della programmazione della Stagione 2022-2023 dell’Orchestra Sinfonica di Milano, e che consta di tre imperdibili appuntamenti incentrati sul repertorio contemporaneo.
Al Piccolo Teatro Studio Melato di via Rivoli 6 l’Orchestra Sinfonica di Milano “studia”, appunto, approfondisce l’avanguardia compositiva, offre spazio ai nuovi linguaggi di intessersi con la tradizione, consente al presente di scaturire dal passato.
Così, consci dell’importanza dell’offrire spazio alla modernità, l’Orchestra di Largo Mahler va in trasferta, e lo fa per la seconda volta in Stagione lunedì 16 gennaio alle ore 20.30 sotto la direzione di Enrico Lombardi, in un programma che propone ben due prime assolute: Am Abend (La Sera) per soprano e grande orchestra di Dario Maggi, e Tropfen II per orchestra sinfonica, composizione di Vittorio Zago, oltre alla Sinfonia n. 49 in fa minore La Passione Hob:I:49 di Franz Joseph Haydn.
Am Abend (La sera) per soprano e grande orchestra composto da Dario Maggi è un lavoro di altrettanto interesse.
Il testo di Georg Trakl (grande poeta della finis Austriae, 1887-1914) che Maggi ha deciso di mettere in musica è l’ultima poesia dell’autore (titolo Grodek, “Am Abend” è l’incipit), e sarà interpretato dal soprano Laura Catrani. Grodek è il nome della località in Prussia orientale in cui si è combattuta una delle prime grandi battaglie della Prima Guerra mondiale. Trakl, in servizio presso l’esercito imperiale come infermiere, si trovò, dopo la battaglia, a curare decine di soldati orrendamente feriti e non resistette al trauma: la sua morte è da attribuirsi a una probabile intossicazione volontaria da cocaina. Il testo rappresenta uno straziato commento ai “disastri della guerra”, e rivolge al futuro uno sguardo quasi privo di speranza, alternando, come spesso in Trakl, imprecazioni esasperate e momenti di sommesso dolore.
“Nel mio itinerario compositivo, la presenza di Trakl – poeta che affascina per svariati motivi – rappresenta una costante”, afferma Maggi.
Non a caso, da questa sua predilezione è nato tra l’altro un ciclo di pezzi per orchestra (Progetto Trakl, quattro brani per orchestra che traggono spunto da quattro titoli del poeta: Grodek, Elis, Umnachtung, Zeichen und Sterne).

Vittorio Zago, compositore classe 1967 formatosi con Azio Corghi e Bruno Bettinelli, cerca con Tropfen II di attuare una profanazione dei rituali che tradizionalmente connotano i concerti di musica classica, complice l’atipica disposizione dell’orchestra sul palco e l’utilizzo di strumenti non consueti come armoniche a bocca e tubi corrugati. Un brano orchestrale per 59 elementi, quasi il doppio rispetto ai 32 di Tropfen I, brano che fu commissionato allo stesso Zago dai Brandenburger Symphoniker, che ottenne un unanime consenso di pubblico e critica.
Come afferma il compositore stesso: “Dopo la prova generale di Tropfen I in Germania, il direttore d’orchestra disse che si trattava di una sorta di lotta con il metronomo, da parte sua, anche se in realtà non era così, quanto la sottrazione del suo ruolo univoco di concertatore. Rendere l’orchestra autonoma, senza direttore, oppure il fatto che un altro elemento s’inserisce fermando il direttore d’orchestra fa parte di questa parziale delegittimazione del direttore d’orchestra”.
Infatti, sul palco del Piccolo Teatro Studio Melato, ci sarà, oltre all’Orchestra e al Direttore, un metronomo, che scandirà una sorta di tempo parallelo. Ma non solo. L’uso di 24 armoniche a bocca, affidate agli archi, per creare delle sorte di cluster triadici, come delle armoniche che poi, grazie all’utilizzo dei tubi corrugati, si sposteranno verso il retro dell’orchestra, che sarà in una disposizione inusuale. Trasformazione, movimento delle armonie nello spazio, “pertinentizzazione del non pertinente”, delegittimazione del ruolo del Direttore d’Orchestra e profanazione dei rituali tradizionali: questi sono i concetti-chiave per capire Tropfen II di Vittorio Zago.
In questo contrappunto di prime assolute, un intermezzo in cui voliamo indietro di più di due secoli, con la Sinfonia n.49 in Fa minore di Franz Joseph Haydn, “La Passione”, lavoro sinfonico in cui emerge con prepotenza l’Haydn ricercatore, che esprime battuta dopo battuta il desiderio di spingersi oltre i confini tradizionali di un genere legato al piacevole intrattenimento nobiliare. E’ in questo periodo che la sinfonia assume il ruolo di terreno privilegiato per sperimentare un linguaggio più espressivo ed emozionalmente pregnante.
Haydn conferisce alle sinfonie di questo periodo un carattere spesso carico di un’intensa drammaticità che, potrebbe dirsi, aderisce all’estetica dello Sturm und Drang. Questa inclinazione è stata letta come conseguenza dell’isolamento in cui il compositore si trovava da quando aveva seguito il principe Nikolaus nella sua nuova residenza, dove si sarebbe trattenuto – praticamente tagliato fuori dal mondo – fino al 1790.
Fu Haydn stesso a riferire a un biografo, anni più tardi: «Ero isolato, nessuno accanto a me poteva turbarmi o arrecarmi disturbo, perciò sono stato costretto a diventare originale».
La Sinfonia n. 49 in fa minore è la più emblematica tra le sinfonie di questo periodo. Lavoro sinfonico dal carattere scuro, rappresenta l’ultima delle sinfonie di Haydn che adottano la forma arcaica della “sonata da chiesa”, con un movimento lento in apertura.
Questo programma tripartito, del resto, ci fa riflettere sulla natura dell’avanguardia, cardine concettuale della rassegna La Sinfonica allo Studio, vera e propria “oasi speculativa” che ci mostra il fascino dell’esplorazione e della ricerca in musica, categorie storicamente trasversali che, se da una parte consentono di addentrarci nel nuovo repertorio, dall’altra ci consentono di rileggere la grande produzione sinfonica sotto una lente diversa e inconsueta.
PROSSIMI APPUNTAMENTI
La Sinfonica allo Studio prosegue domenica 12 giugno alle ore 20.30, con il Concerto per violino e orchestra di Gabriele Manca, interpretato da Fulvio Luciani, e Where the whole Universe dwells di Giovanni Bonato. Un programma diretto da Francesco Bossaglia.
Biglietti
È possibile acquistare il biglietto per il concerto sul sito del Piccolo Teatro.
Biglietteria telefonica: 0221126116,
da lunedì a sabato: dalle 12.30 alle 18 | domenica e festivi: chiuso.
Dettagli programma.
Lunedì 16 gennaio ore 20.30
Piccolo Teatro Studio Melato, Via Rivoli 6, Milano
Dario Maggi
Am Abend (La sera) per soprano e grande orchestra*
Franz Joseph Haydn
Sinfonia n. 49 in Fa minore La Passione
Vittorio Zago
Tropfen II per orchestra sinfonica*
*prime esecuzioni assolute
Orchestra Sinfonica di Milano
Laura Catrani Soprano
Enrico Lombardi Direttore