Italia Musica Sinfonica Opera Lirica Variety

Teatro La Fenice – è in scena Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa

Teatro La Fenice

è in scena
Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa

Va in scena alla Fenice Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa, uno dei pochissimi titoli del repertorio comico settecentesco rimasti stabili dai tempi dell’esordio a oggi.

Dramma giocoso per musica in due atti, su libretto di Giovanni Bertati, Il matrimonio segreto andrà in scena in un nuovo allestimento diretto da Alvise Casellati, con la regia di Luca De Fusco, scene e costumi di Marta Crisolini Malatesta e light design di Gigi Saccomandi.

immagine da Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa

Il matrimonio segreto è l’unica opera comica settecentesca stabile in repertorio dai tempi dell’esordio ad oggi, ad eccezione della ‘trilogia dapontiana’ di Mozart: al lavoro è spettato il compito di rappresentare l’idea stessa di opera buffa, e un’immagine dell’intero Settecento, come epoca dell’equilibrio perduto, fatta di moderazione e ragionevolezza, equilibrio che nella gradevolezza della musica di Cimarosa trovava un’eloquente effigie sonora. Debuttò al Burgtheater, il 7 febbraio 1792, quando il compositore Domenico Cimarosa fece tappa a Vienna di ritorno a Napoli dopo i quattro anni trascorsi a San Pietroburgo, alla corte di Caterina II: la rappresentazione colse subito il successo che da allora gli ha ininterrottamente garantito l’inclusione nel repertorio di tutti i teatri lirici del mondo.

immagine da Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa

Autore del libretto è il letterato Giovanni Bertati, poeta per musica nato a Martellago e attivo soprattutto a Venezia: in particolare, il soggetto di quest’opera segna l’approdo italiano d’un vero e proprio filone di fonti francesi e inglesi, che prende le mosse dal ciclo pittorico Le Mariage à la mode (ca. 1745) dell’inglese William Hogarth, per passare attraverso la commedia The Clandestine Marriage (1766) di Colman e Garrick e due successivi opéra-comique, il secondo dei quali (Le Mariage Clandestin di de Ségur e Devienne, 1790) fu probabilmente il modello cui Bertati attinse.

Modello però che subisce un alleggerimento tale da conferire al Matrimonio segreto i connotati d’un’opera che agisce sul piano del sereno divertimento. In questo senso è da riconoscere come non meno che decisiva sia soprattutto l’ideazione musicale: nella fluidità, nel garbo e nella edonistica piacevolezza della melodia cimarosiana risiede la ‘cifra’ che per l’immaginario otto-novecentesco ha fatto di quest’opera un emblema del Settecento.

immagine da Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa – allestimento

«Oggi Cimarosa è un po’ assente dai cartelloni, ma ai suoi tempi era uno dei più importanti esponenti della scuola napoletana, con Scarlatti, Paisiello e molti altri ha spiegato il direttore d’orchestra Alvise Casellati –. Godeva di una fama pari a quella che Rossini avrebbe poi ottenuto nei suoi anni migliori. Insomma era un’assoluta star. Non ha avuto tanto successo a San Pietroburgo, dove era stato chiamato tempo prima anche Baldassare Galuppi, e dove si era costituita una certa tradizione italiana. Probabilmente la Russia, per i suoi climi rigidi, non si adattava bene a un napoletano come lui… In ogni caso siamo noi che l’abbiamo un po’ perso per strada. Eppure eseguirlo è straordinariamente importante, perché attraverso di lui si comprende da dove derivino sia Rossini che Donizetti. Cimarosa è stato importantissimo per il belcanto e per l’evoluzione dell’opera buffa».

«Una delle caratteristiche fondamentali di quest’opera ha dichiarato il regista Luca De Fuscocredo sia l’immaginazione. Pensiamo ai tre personaggi femminili: ognuna di loro si immagina in una situazione diversa da quella in cui si trova. La protagonista perché è già sposata e quindi è in imbarazzo rispetto all’upgrading, alla ‘promozione’ che il conte vorrebbe darle. L’altra, Elisetta, prova i medesimi sentimenti per il motivo esattamente inverso. Infine c’è la zia, che vorrebbe trovare una sistemazione anche per se stessa, cosa che non accadrà. Ognuna di loro si proietta in una situazione diversa da quella in cui è realmente. E questo scarto tra immaginazione e realtà è una delle chiavi dell’opera».

Di grande prestigio il cast del nuovo allestimento feniceo, che comprende il soprano Lucrezia Drei nel ruolo di Carolina; il tenore Juan Francisco Gatell in quello di Paolino;
il mezzosoprano Martina Belli in quello della zia Fidalma; il basso Pietro Di Bianco sarà Geronimo; il soprano Francesca Benitez, Elisetta; infine il basso Omar Montanari interpreterà il conte Robinson.

Cinque le recite in programma: il 10, 12, 14, 16, 18 febbraio 2023 nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2022-2023. E in occasione della replica che cade nel giorno più romantico dell’anno, il giorno di San Valentino, al termine dello spettacolo sarà possibile gustare una cena per due persone nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice.

soprano Francesca Benitez

Ecco il dettaglio delle recite con orari e turni di abbonamento: venerdì 10 febbraio 2023 ore 19.00 (turno A); domenica 12 febbraio ore 15.30 (turno B); martedì 14 febbraio ore 19.00 (turno D); giovedì 16 febbraio 2023 ore 19.00 (turno E); sabato 18 febbraio 2023 ore 15.30 (turno C).

Per prenotare questa speciale iniziativa (da € 185,00 a € 275,00 comprensivi di cena e spettacolo) e per maggior informazioni, è possibile consultare il sito @festfenice.com mail: info@festfenice.com, 041 786672.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: