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Romeo e Giulietta – Roberto Bolle e Misty Copeland su Rai5 la produzione del Teatro alla Scala

Teatro alla Scala

Sergej Prokof’ev

Romeo e Giulietta

Coreografia
Kenneth MacMillan
Ripresa da Julie Lincoln
Direttore
Patrick Fournillier
Scene Mauro Carosi Costumi Odette Nicoletti Luci Marco Filibeck

Étoile Roberto Bolle Artista ospite Misty Copeland

Misty Copeland e Roberto Bolle in prova –
ph Brescia e Amisano – Teatro alla Scala

Link Veloci:

Il Teatro alla Scala ha aperto la Stagione di Balletto 2016/2017 con “Romeo e Giulietta” di Prokof’ev nella coreografia di Kenneth MacMillan, che Rai Cultura propone giovedì 2 marzo alle 21.15 su Rai 5 regia tv di Lorena Sardi.

Romeo e Giulietta – Trailer (Teatro alla Scala)

Illuminato dalla presenza di stelle di primissima grandezza, con debutti imperdibili, l’apertura affidata a Roberto Bolle e Misty Copeland e uno straordinario ritorno come artisti ospiti, quello di Alessandra Ferri sul palcoscenico della Scala, accanto a Herman Cornejo, nelle rappresentazioni del 2016.

L’étoile Roberto Bolle che avrà al suo fianco, inedita Giulietta per la Scala, e inedita coppia in scena in assoluto, la principal dell’American Ballet Theatre Misty Copeland, al suo debutto scaligero. Prima artista afroamericana ad essere nominata principal all’American Ballet Theatre in 75 anni di vita della compagnia, protagonista di numerosissime trasmissioni televisive, pubblicazioni, premi, iniziative di beneficienza. Con questi protagonisti, Romeo e Giulietta è stato ripreso dalla Rai.

Romeo e Giulietta – Roberto Bolle – ph Brescia e Amisano Teatro alla Scala

La rappresentazione avenuta il 31 dicembre è stata una serata di Gala che ha visto sul palcoscenico Alessandra Ferri, indimenticabile Giulietta, accanto al Romeo di Herman Cornejo, principal dell’American Ballet Theatre, anche lui al debutto alla Scala. Uno straordinario ritorno, quello di Alessandra Ferri, che il pubblico scaligero aveva salutato nel 2007 quando la stella della danza aveva dato l’addio alle scene interpretando con passione e profondo sentimento La Dame aux camélias di John Neumeier e che ha potuto riabbracciare il ruolo indissolubilmente legato alla sua straordinaria artisticità, nel quale si è recentemente esibita, per una sola attesissima recita, al Metropolitan di New York proprio accanto a Herman Cornejo.

Roberto Bolle Antonino Sutera Marco Agostino ph Brescia e Amisano teatro alla scala

Accanto a Romeo e Giulietta, numerosi sono i ruoli del balletto, che sono stati interpretati dai primi ballerini, solisti e giovani artisti del Corpo di Ballo tra questi :

Mick Zeni, Massimo Garon e Alessandro Grillo nel ruolo di Tebaldo, Antonino Sutera, Walter Madau, Maurizio Licitra e Christian Fagetti nel ruolo di Mercuzio; Marco Agostino, Christian Fagetti, Emanuele Cazzato nel ruolo di Benvolio; Paride sarà interpretato da Riccardo Massimi, Marco Agostino, Nicola Del Freo e Gabriele Corrado, la Nutrice da Monica Vaglietti, Deborah Gismondi e Adeline Souletie, Lady Capuleti da Emanuela Montanari, Caroline Westcombe e Beatrice Carbone, Lord Capuleti da Alessandro Grillo, Luigi Saruggia e Riccardo Massimi.

Un classico della coreografia sulle immortali note di Prokof’ev, musica straordinaria, ricchissima di emozioni e di dettagli descrittivi, profondamente teatrale e coinvolgente.

Rome e Giulietta – ph Brescia e Amisano teatro alla scala

Tra variazioni tecniche, danze d’insieme e passi a due di grande equilibrio ed eleganza, Romeo e Giulietta di Kenneth MacMillan, in repertorio alla Scala da molti anni, ha visto alternarsi protagonisti indimenticabili e appassionati, nel dar corpo e anima alla vicenda shakespeariana degli amanti veronesi, che MacMillan tratta con profonda attenzione alle relazioni umane, con lirismo e tensione psicologica, senza dimenticare i momenti di humour, attraverso le dinamiche e le emozioni del ballet d’action ben presenti nella musica di Prokof’ev, che è stata diretta da Patrick Fournillier.

Misty Copeland e Roberto Bolle ph Brescia e Amisano teatro alla scala

La scenografia: Muri e mattoni rimandano al Teatro Romano di Verona, con tutte le sue contaminazioni medievali; il celebre balcone è posto su una torre, il cui basamento diventa quello del letto di Giulietta; nella cripta è lo stesso balcone a trasformarsi nella tomba dei due amanti. Una scenografia parlante, e soprattutto in dialogo con la coreografia di MacMillan, che esige spazi geometrici e precisi, e che si fonde coerentemente con i costumi, dalle fogge medieval – rinascimentali.

Una musica in bilico tra lirismo, slancio melodico e violenza
a cura di *Gianfranco Vinay:

A proporgli la composizione di un balletto sull’intreccio del dramma shakespeariano era stato Sergej Radlov nel 1934, quand’era direttore artistico del Teatro di Leningrado che nello stesso anno fu intitolato a Kirov, una delle prime vittime delle purghe staliniane. I mutamenti occorsi in seguito alla nuova gestione bloccarono la programmazione del balletto, che in un primo tempo fu accettato dal Bol’sˇoj – Большой театр di Mosca. In questa nuova sede però l’anno seguente il balletto, presentato da Prokof’ev in versione pianistica, venne ricusato dal Corpo di Ballo, che lo considerava ineseguibile; inoltre venne contestato lo happy end che Prokof’ev aveva dovuto sostituire al finale tragico del dramma shakespeariano,

Misty Copeland e Roberto Bolle ph Brescia e Amisano teatro alla scala

benché in un primo tempo non avesse ritenuto possibile volgere in forma coreografica una scena in cui i due protagonisti giacciono in fin di vita.

La creazione ebbe così luogo in Cecoslovacchia, a Brno, il 30 dicembre 1938, e soltanto due anni dopo, l’11 gennaio 1940, il balletto fu rappresentato in patria, al Kirov, il teatro che glielo aveva commissionato. Nonostante le dichiarazioni d’intenti di Prokof’ev, le intricate vicende della produzione di Romeo e Giulietta dimostrano che ancora una volta, e in un contesto politico e culturale diversissimo, tra il realismo musicale del compositore e le concezioni coreografiche imperanti continuavano a sussistere dei malintesi. Anche questa volta, quando si addivenne a una soluzione, il balletto ottenne un grandissimo successo e fu ben presto inserito stabilmente nella programmazione dei teatri sovietici.

I problemi sollevati dalla coreografia dimostrano che ci troviamo di fronte a un balletto sui generis. Le dimensioni, la suddivisione in atti (quattro), la ripresa dei temi principali, rinviano alla tipologia cˇajkovskiana; ma la maggior parte dei numeri che lo compongono non sono predeterminati dal coreografo. Il movimento coreografico e coreutico non è un a priori, bensì un a posteriori, un adattamento dei movimenti musicali. Ed è probabile che fu proprio questo ribaltamento di ruoli all’origine delle dispute e delle incomprensioni fra Prokof’ev, i ballerini, i coreografi e Leonid Lavrovskij in particolare, che siglò la versione originale e impose diverse modifiche.

Ciò che Prokof’ev si proponeva era di basare ogni numero su un movimento ritmico, su una figura musicale, su un tema melodico o su una situazione sonora fortemente pregnante sotto il profilo drammatico: l’addensarsi di dissonanze in un crescendo troncato da un piano improvviso, che esprime il potere autocratico e il giudizio inappellabile del Principe di Verona; il veloce andirivieni di scalette che ritraggono l’innocente esuberanza di Giulietta ancora fanciulla;

la terribile pesantezza della danza dei cavalieri, effigie di una classe dominante arrogante e altezzosa, fomentatrice di odi e di conflitti; il galop di Mercuzio, che con la sua corsa sfrenata esprime lo spirito caustico e sbarazzino del giovane; i toni delicati e l’intenso
lirismo degli episodi in cui si tesse la trama amorosa, come l’appassionato tema della scena al balcone.

Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko in prova – ph Brescia e Amisano -Teatro alla Scala

Più che di numeri si tratta di scene, o forse meglio, di sequenze in senso cinematografico, che si stampano in modo indelebile nella memoria.

[…] La suddivisione in atti della versione originale è effettuata secondo un criterio di raggruppamento degli eventi attorno a quattro ambienti diversi: il palazzo dei Capuleti (I), dove ha luogo il ballo e il primo incontro fra i due amanti; una festa en plein air (II), introdotta da una danza popolare le cui inflessioni inglesi non alludono alla città dei Capuleti e dei Montecchi, ma alla patria di Shakespeare (episodi salienti di questo atto sono le nozze segrete di Romeo e Giulietta celebrate da Frate Lorenzo, e il doppio omicidio di Mercuzio e di Tebaldo); la camera da letto di Giulietta (III), dove i due amanti trascorrono la loro unica notte d’amore, e dove Giulietta, dopo aver rifiutato di sposare il conte Paride e aver bevuto la pozione di Frate Lorenzo, muore di morte apparente; la cappella mortuaria dei Capuleti (IV), dove si consuma la tragedia con il doppio suicidio degli amanti.

Dalla tragedia shakespeariana il balletto non mutua soltanto la successione degli eventi, ma anche il principio drammatico fondamentale:

la contrapposizione fra una realtà esterna conflittuale e ostile e il tenero mondo degli affetti dei due amanti, che non riescono a trovare una nicchia protettiva durevole se non nella morte.

È una contrapposizione che in musica è espressa dal contrasto fra il lirismo e lo slancio melodico dei temi associati alla vicenda amorosa, e il continuo impiego di disegni ritmici binari modellati sullo schema di marcia: come la danza dei cavalieri, che esprime, in modo a un tempo realistico e simbolico, la violenza distruttiva di un fato implacabile.

Martina Arduino e Claudio Coviello in prova – ph Brescia e Amisano – Teatro alla Scala

Romeo e Giulietta – Il soggetto a cura di Kenneth MacMillan:

Atto I
Scena prima
La piazza del mercato. L’azione si svolge a Verona.

Romeo, figlio di Messer Montecchi, tenta senza successo di dichiarare il suo amore a Rosalina: gli amici Mercuzio e Benvolio lo confortano. Allo spuntare del giorno, i cittadini si ritrovano sulla piazza del mercato: nasce un diverbio fra Tebaldo, nipote di Messer Capuleti, e Romeo e i suoi amici. Capuleti e Montecchi sono nemici giurati: inizia subito una battaglia. Messer Montecchi e Messer Capuleti, in persona, prendono parte alla lotta, che viene interrotta dall’intervento del Principe di Verona il quale ordina alle due famiglie di por fine alla loro rivalità.

Scena seconda
Anticamera di Giulietta in casa Capuleti.

Giulietta gioca con la nutrice ma viene interrotta dai genitori, Messer Capuleti e la sua sposa, che la presentano a Paride, un giovane e ricco nobile che l’ha chiesta in moglie.
Scena terza Esterno di casa Capuleti. Giungono gli ospiti per il ballo in casa Capuleti. Romeo, Mercuzio e Benvolio, mascherati, decidono di andare in cerca di Rosalina.

Scena quarta
La sala da ballo.

Romeo e gli amici sopraggiungono nel pieno della festa. Gli ospiti osservano Giulietta ballare.Mercuzio, vedendo che Romeo ne è incantato, balla per distrarre l’attenzione dell’amico. Tebaldo riconosce Romeo e gli ordina di allontanarsi, ma intervieneMesser
Capuleti che gli dà il benvenuto nella sua dimora.

Scena quinta
Esterno di casa Capuleti.

Mentre gli ospiti se ne vanno, Messer Capuleti dissuade Tebaldo dall’inseguire Romeo.
Scena sesta Balcone di Giulietta. Giulietta non riesce a dormire ed esce sul balcone pensando a Romeo, quando all’improvviso egli compare nel giardino. I due giovani si confessano il loro reciproco amore.

Atto II
Scena prima
La piazza del mercato.

Romeo non fa che pensare a Giulietta e, al passaggio d’un corteo nuziale, sogna il giorno in cui la sposerà. Frattanto la nutrice di Giulietta si apre a fatica la via tra la folla in cerca di Romeo, per consegnargli una lettera di Giulietta. Romeo legge: Giulietta ha acconsentito a diventare sua sposa.

Scena seconda
La cappella.

In segreto gli amanti vengono uniti in matrimonio da Frate Lorenzo, il quale spera che la loro unione porrà fine alle contese fra Montecchi e Capuleti.

Scena terza
La piazza del mercato.

Tebaldo interrompe l’allegra baraonda, assale Mercuzio e lo uccide. Romeo vendica la morte dell’amico e viene esiliato.

Atto III
Scena prima
La stanza da letto.

All’alba del giorno successivo la servitù si desta, e Romeo deve partire. Abbraccia Giulietta e si allontana proprio mentre i genitori entrano con Paride. Giulietta si rifiuta di sposare Paride che, offeso dal diniego, si allontana. I genitori di Giulietta sono indignati e minacciano di ripudiarla. Giulietta si precipita da Frate Lorenzo.

Scena seconda
La cappella.

Giulietta cade ai piedi del frate e invoca il suo aiuto. Egli le consegna una fiala di sonnifero che la farà sprofondare in un sonno simile alla morte: i genitori, convinti della sua morte, la seppelliranno nella tomba di famiglia; intanto Romeo, avvisato da Frate Lorenzo, tornerà protetto dalle tenebre e porterà Giulietta lontano da Verona.

Scena terza
La camera da letto.

Quella sera Giulietta acconsente a sposare Paride, ma il mattino seguente, quando i genitori entrano con lui, la trovano sul letto apparentemente senza vita.

Scena quarta
La cripta della famiglia Capuleti.

Senza aver ricevuto il messaggio del frate, Romeo, disperato alla notizia della morte di Giulietta, ritorna a Verona. Vestito da monaco, entra nella cripta, ove trova Paride presso il corpo di Giulietta e lo uccide. Credendo morta Giulietta, beve una fiala di veleno. Giulietta si risveglia, trova Romeo senza vita e si trafigge.


Traduzione dall’inglese di Olimpio Cescatti

*Note Biografiche: Gianfranco Vinay, nato a Torino nel 1945, è un musicologo italiano, professore di storia della musica al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, docente nel dipartimento di musica dell’Università di Paris 8, docente all’Ircam. Il suo lavoro è incentrato sui temi della musica del Novecento, pubblica in particolare i seguenti lavori: sulla musica americana e sovietica (Il Novecento nell’Europa Orientale e negli Stati Uniti, Torino, EDT, 1978, seconda edizione, 1991); sul neoclassicismo stravinskiano (Stravinsky Neoclassico. L’invenzione della memoria nel ‘900 musicale, Venezia, Marsilio, 1987) e su Charles Ives e l’utopia sonora americana (Michel de Maule, Parigi, 2001)1. Più recentemente, ha scritto diversi saggi sull’opera di Salvatore Sciarrino nonché uno studio sulla composizione di quest’ultimo Quaderno di strada (Michel de Maule, Parigi, 2007).

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