Albrecht Dürer – il suo tempo assomiglia al nostro su Rai5 il documentario del pittore rinascimentale

ALBRECHT DÜRER : il mistero degli autoritratti
In prima visione il documentario su Rai5
Regia di Frédéric Ramade, Prodotto da ARTE Francia e Produzione Morgana

Tra il XV e il XVI secolo, Albrecht Dürer, artista rinascimentale tedesco noto per le sue incisioni, ha dato all’artista un nuovo status sociale. Sotto la pittura e le apparenze, la sua abbondante opera ci parla di un altro Dürer e di un’Europa nel mezzo di grandi cambiamenti.
L’artista è emerso alla fine del Medioevo, in un’Europa afflitta da epidemie, cambiamenti politici e religiosi, e l’invenzione del libro aveva appena cinquant’anni quando Dürer fece i suoi primi passi sulla scena artistica. Da geniale imprenditore, si troverà ben presto al centro dell’innovazione nel campo dell’incisione, il mezzo per eccellenza per la circolazione delle opere dell’epoca.
Tanto più che ha “protetto” le sue produzioni da quelle dei suoi imitatori allegando il suo famoso monogramma AD, un vero e proprio logotipo ante litteram.
Note del regista:
La struttura della narrazione sarà cronologica, con ogni passo importante nella vita e nello sviluppo artistico del pittore che ruota attorno a uno dei sedici autoritratti che ci ha lasciato.
Se la narrazione che porta il documentario non è in senso stretto un film d’inchiesta, funziona come un puzzle che cerchiamo di completare dalle molteplici sfaccettature che si rivelano negli autoritratti di Dürer, come se stessimo cercando di consegnare una sorta di ritratto nascosto sparso in più frammenti.
Per Dürer, l’arte cerca solo di comprendere il mondo e i suoi misteri. Questa idea era comune ai maestri del Rinascimento, ma Dürer vi aggiunse qualcosa di unico: la consapevolezza della singolarità del suo sguardo. Questa autocoscienza è senza dubbio l’aspetto più originale dell’opera di Dürer rispetto ai suoi contemporanei
E si esprime in modo magistrale nella serie di autoritratti che ci ha lasciato, che costituiscono un vero e proprio lasso di tempo della vita dell’artista, e sono una prima assoluta nella storia dell’arte. Nessuno prima di lui ha cercato di mettere in discussione la propria immagine con tanta acutezza. Questo era un compito difficile per l’uomo medievale, che aveva solo piccoli specchi deformanti appena più grandi della sua mano, e per il quale l’idea di individuo era ancora agli inizi. Mettendo su carta e tela, Dürer partecipa all’emergere dell’individuo che d’ora in poi strutturerà il pensiero e la vita nel mondo occidentale.
Per raccontare la storia di Dürer, il documentario ha la fortuna di poter contare sui suoi autoritratti e sui testi autobiografici che Dürer ha scritto sulla sua opera e sulla sua vita, in particolare durante i suoi viaggi

Si basa anche su parte dell’ampia corrispondenza che mantenne con i suoi amici intimi e la sua famiglia, in particolare il patrizio Willibald Pirck-Heimer. Queste lettere forniscono una testimonianza intima, spesso molto grafica, delle abitudini e delle frequentazioni del pittore.
Un commento fuori campo collegherà queste diverse fonti e informazioni e le collegherà alla linea narrativa della vita dell’artista. Questa narrazione sarà arricchita dalle parole di storici dell’arte e curatori. Ci aiuteranno a decifrare lo sguardo enigmatico di Albrecht e a far luce sul suo lato oscuro.
Al di là dell’artista, il suo tempo è di grande importanza nel documentario, perché per certi versi assomiglia al nostro. Crisi morale e politica, innovazione tecnica, maggiore mobilità e persino pandemie che si diffondono in tutta Europa, condividiamo molte cose con Dürer.

L’approccio visivo al documentario:
Il film si concentrerà sull’opera dipinta di Dürer, che è spesso meno conosciuta della sua opera incisa, sebbene il suo talento come colorista gli sia valso l’ammirazione dei pittori veneziani, in particolare Bellini. Alcune opere di pittori contemporanei di Dürer, come Mantegna, Bellini, Raffaello e Vinci, contribuiranno a collegare Dürer alla fase artistica del suo tempo.
Il film sarà punteggiato da una ricostruzione in 3D del suo studio. Le opere di Dürer saranno esposte lì. Questo luogo si ispirerà alle incisioni d’epoca degli studi dei pittori, ma anche allo studiolo e alle Wunderkammer che fiorivano in Europa in quel periodo.

Poiché Dürer era un grande collezionista oltre che pittore, il suo studio era un misto tra uno spazio di lavoro e un gabinetto di curiosità. Lo scopo di questa mostra è quello di liberarsi dal peso di un’esposizione museale e ricreare una prossimità dinamica con le opere d’arte. A fare da contrappunto alle opere, ci saranno sequenze in cui scopriremo le tecniche artigianali così come erano praticate da Dürer: lavorazione degli specchi, disegno a punta d’argento, torchio tipografico, incisione su legno, rame, disegno prospettico, oreficeria.
Lo scopo di queste sequenze è avvicinarsi il più possibile al tempo di Dürer e misurare l’inventiva e l’audacia che ha dimostrato. Queste sequenze sono state girate in primo piano, in chiaroscuro, per essere il più vicino possibile ai gesti e ai materiali.
Mentre gli autoritratti di Dürer ci faranno sentire la PROSSIMITÀ indotta tra l’artista, che ci guarda dal medioevo, e noi che lo contempliamo. Dürer è morto più di cinquecento anni fa, ma è così vicino a noi che potrebbe essere un nostro contemporaneo.
Il suo desiderio di raccontare la sua storia per esistere, attraverso i suoi dipinti e le sue note autobiografiche, è a dir poco moderno:
Nella sua complessità e nei suoi difetti, nella sua vanità e nel suo potere di seduzione, nella sua avidità e nella sua angoscia di fallimento, nei suoi dubbi e la malinconia in cui sprofonda regolarmente, la sua grandezza e la sua frivolezza
Infine, per dare sostanza ai viaggi di Dürer, numerosi per la sua epoca, saranno girate sequenze in diversi luoghi emblematici del suo soggiorno, che hanno conservato nelle loro mura importanti tracce dell’inizio del Rinascimento: Norimberga, Augusta, Colmar, Basilea, Venezia, Anversa, Bruxelles; ma anche nei paesaggi che ha attraversato per raggiungere queste diverse mete, soprattutto sulle Alpi.
Utilizzando come filo conduttore dodici dei suoi autoritratti, questo documentario ripercorre la fiammeggiante carriera di Albrecht Dürer (1471-1528), genio del Rinascimento che ha forgiato una nuova figura, quella dell’artista. Il documentario su Albrecht Dürer artista del Rinascimento tedesco, di Frédéric Ramade, prodotto da Morgane Production e Arte France, va in onda mercoledì 31 maggio alle 21.15 in prima visione su Rai 5.
Hanno partecipato al documentario:
CHRISTOF METZGER, curatore della collezione Dürer all’Albertina di Vienna sulla rivalutazione dei disegni e degli acquerelli del pittore.
NICOLAS GALLEY, Storico dei mercati dell’arte. Sull’individualità artistica di Dürer e sul rapporto con il denaro
JOSEPH KOERNER, Professore di Storia dell’Arte e Architettura ad Harvard: sulla nozione chiave di autoritratto.
JULIA ZAUNBAUER, Curatrice dell’Albertina di Vienna. Sulla vita di Dürer
MARTIN SCHAWE, vicedirettore generale della Alte Pinakothek di Monaco. Specialista in arte medievale e rinascimentale tedesca.
OLGA KOTKOVA, Curatrice Capo della Galleria Nazionale di Praga
PETER VAN DEN BRINCK, curatore e direttore del Museo Suermondt Ludwig di Aquisgrana. Sul contesto storico delle opere d’arte.