Teatro alla Scala – la prima rappresentazione dell’opera RUSALKA al Piermarini

Teatro alla Scala – la prima rappresentazione dell’opera RUSALKA al Piermarini

TEATRO ALLA SCALA

Direttore Tomas Hanus
Regia Emma Dante
Scene Carmine Maringola
Costumi Vanessa Sannino
Luci Crisitian Zucaro
Coreografia Sandro Maria Campagna

immagine da Rusalka

Teatro alla Scala dal 6 al 22 giugno il capolavoro teatrale Rusalka di Antonín Dvořák, scritto nel 1900, il titolo è ricorrente nei cartelloni dei grandi teatri europei e americani e il celebre “Canto alla luna” un classico del repertorio dei grandi soprano, eppure non è mai stato rappresentato alla Scala.

Rusalka – Intervista a Emma Dante, Teatro alla Scala – 1

La fiaba ambigua della ninfa che assume forma umana per amore di un principe che la tradirà e saprà pentirsi solo nella morte è terreno fertile per l’atteso ritorno di Emma Dante, la cui carriera aveva spiccato il volo proprio alla Scala con un fortunato allestimento di Carmen.

Rusalka – Intervista a Emma Dante, Teatro alla Scala – 2

Debuttano invece al Piermarini il direttore della Welsh National Opera Tomáš Hanus, specialista di questo repertorio, mentre la protagonista sarà Olga Bezsmertna.

L’opera Rusalka verrà trasmessa in differita su Rai 5 il 19 ottobre 2023 alle ora 21.15, e su RaiPlay 15 giorni dopo la messa in onda televisiva.

Cast
Il Principe Dmitry Korchak
La Principessa straniera Elena Guseva
Rusalka, ninfa dell’acqua Olga Bezsmertna
Vodník, lo spirito delle acque Jongmin Park
Ježibaba, la strega Okka von der Damerau
Il guardiacaccia Jiří Rajniš
Lo sguattero Svetlina Stoyanova
Prima ninfa del bosco Hila Fahima
Seconda ninfa del bosco Juliana Grigoryan
Terza ninfa del bosco Valentina Pluzhnikova
Il cacciatore Ilya Silchukou

La genesi dell’Opera,

a cura di Claudio Toscani
Docente di Storia del melodramma
e di Filologia musicale all’Università degli Studi di Milano.

Opera della piena maturità di Dvořák, la fiaba lirica in tre Atti Rusalka fu presentata al Teatro Nazionale di Praga 31 marzo 1901 e divenne subito popolare, configurandosi nel tempo – assieme alla Sposa venduta di Smetana – come una delle due opere più amate e rappresentative del teatro musicale boemo.

immagine da Rusalka

L’intreccio ruota intorno all’amore sfortunato, perché impossibile, tra una ninfa delle acque – che vive in un mondo favolistico, incantato e strettamente legato alla natura – e un principe che invece appartiene, in quanto essere umano, al mondo reale. Si tratta di un soggetto fiabesco, ampiamente diffuso nei paesi nordici e nel folklore popolare, che appartiene al genere dei racconti fantastici amati dai romantici. In quanto tale costituisce una scelta inconsueta e controcorrente per il mondo dell’opera di quegli anni: è noto infatti quanto i giovani compositori cèchi dell’epoca tendessero a valorizzare, piuttosto, i temi veristi. Dvořák era invece da sempre affascinato dalle leggende e dalle storie onirico-fantastiche di magie e apparizioni. Anche prima di Rusalka si era mostrato incline a coltivare quel filone: nel 189, infatti, si era accostato a questi temi con i due poemi sinfonici Lo spirito delle acque e La strega di mezzogiorno. In Rusalka, dunque, Dvořák dovette trovare un soggetto assai stimolante per
la sua vena creativa.

immagine da Rusalka

L’opera mette in musica un libretto del giovane poeta e drammaturgo cèco Jaroslav Kvapil, tratto da diverse fonti letterarie e da leggende popolari (come quella francese della Bella Melusina): si possono menzionare Undine di Friedrich de La Motte Fouqué, il dramma simbolista di Gerhart Hauptmann La campana sommersa o La sirenetta di Hans Christian Andersen, cui si ispirano le linee essenziali della trama. Ma non vanno dimenticate, tra le fonti d’ispirazione di Kvapil, le ballate popolari dal contenuto fiabesco nella rielaborazione letteraria dello scrittore cèco Karel Jaromír Erben. Il libretto, del quale il suo autore intuiva le potenzialità, era già stato offerto ad altri giovani compositori, senza peraltro destare il loro interesse. Dvořák invece, che si trovava in età ormai avanzata e al culmine della fama internazionale, lo trovò subito congeniale e decise di metterlo in musica. La collaborazione, illuminata da affinità d’intenti tra librettista e compositore, si dimostrò un’idea felice: Dvořák ebbe a confessare a un amico, nel corso del lavoro che scorreva fluido, di essere “pieno di gioia e d’entusiasmo”. Varie difficoltà ostacolarono la prima rappresentazione: un’agitazione dell’orchestra, che scese in sciopero, costrinse il Teatro Nazionale di Praga a sostituire i musicisti e a preparare l’allestimento in tutta fretta; per problemi di salute dovette essere sostituito anche il tenore nella parte del Principe.

immagine da Rusalka

Ma la prima fu accolta da un vero trionfo. Contribuì al successo dell’opera anche l’orgoglio nazionalistico che si andava risvegliando in quegli anni in terra boema: sia la critica sia i giovani compositori cèchi videro in Rusalka l’espressione di un attaccamento alla terra e alle antiche tradizioni della loro nazione. Favorivano una rivalutazione in chiave nazionalistica dell’opera anche gli episodi vigorosi, all’inizio del primo Atto e altrove, che contengono accenni a danze e a canzoni popolari boeme. Al di là di questa lettura, tuttavia, fu l’immediato successo internazionale a confermare le qualità dell’opera di Dvořák.

immagine da Rusalka

Rusalka è caratterizzata da un’azione prevalentemente statica e da un flusso continuo della musica, che scorre interrompendosi solo raramente in brani che si possano isolare come singoli pezzi chiusi.
Questi ultimi, caratterizzati da un’effusione lirica intensa, sono messi in evidenza in pochi momenti, come quello in cui la protagonista si rivolge alla luna (“Piccola luna, così alta nel cielo”); ma a prevalere sono lo scorrimento ininterrotto della musica e la capacità di costruire ampi episodi, come avviene nei finali del primo e del terzo Atto.

immagine da Rusalka

L’esperienza sinfonica di Dvořák, per questo aspetto, è decisiva. Altrettanto importante è il modello wagneriano, che agisce nella rete di Leitmotive e nel linguaggio armonico. Ma dall’epica wagneriana Rusalka è lontana: una musica di sensuale bellezza, straordinariamente evocativa e poetica, vi è unita a un’orchestrazione raffinatissima; e il lirismo dell’invenzione melodica pervade di sé tutte le scene d’atmosfera fantastica. Le scene che si svolgono nel quadro onirico-fiabesco della natura, in particolare, ne rendono la suggestione intatta: Rusalka è un omaggio alla potenza e al mistero di queste forze, espresse metaforicamente dalla vicenda della protagonista, il cui amore per un essere umano la conduce a conseguenze fatali. Il Principe, infatti, in quanto appartenente al mondo concreto e reale degli umani, rappresenta ciò che per la natura è irraggiungibile. La conclusione contiene tuttavia una nota positiva: Rusalka, condannata dopo la morte del Principe all’esilio dal mondo umano e da quello della natura, chiude l’opera su parole di speranza che celebrano la forza dell’amore.

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